Mario Giacomelli, Ugo Mulas, Ferdinando Scianna, Mario Cresci e Francesco Krivec, solo per citare alcuni dei fotografi il cui lavoro è oggi perfettamente conservato all’archivio fotografico di Spilimbergo. 500.000 pezzi tra negativi e positivi, in costante aumento: la storia della fotografia abita qui. La responsabilità di preservare tale patrimonio è nostra, di chi osserva e di chi ancora oggi scatta o di chi, come AGO Architetture, progetta. Ad Antonio Candussio e a Guido Guazzo è stato assegnato l’enorme privilegio di contribuire al corretto mantenimento di questo patrimonio di fama mondiale, affinché possa giungere intatto alle generazioni future.
Un progetto di grande responsabilità, che assume in questo caso anche un intenso valore emotivo. L’oggetto di rinnovamento è l’insieme dei tre ambienti principali: l’ingresso, la camera di acclimatamento e l’archivio-caveau. L
L’illuminazione perimetrale indiretta è a LED e a bassa emissione UV. Come sempre per AGO, lo studio della luce riveste importanza primaria: l’intensità è minore proseguendo in direzione dell’archivio dove diventa soffusa, quasi a dare la sensazione di trovarsi all’interno di un prezioso caveau. La penombra è bilanciata dall’utilizzo di lampade portatili per facilitare il lavoro del personale specializzato. La capacità di Antonio e Guido è stata in questo caso quella di mettere a punto uno studio tecnico dell’illuminazione, che risulti al contempo impattante dal punto di vista emotivo e sicuro per la conservazione del materiale, senza però rinunciare all’estetica. Anche il progetto degli interni segue precise regole di design minimale, rigore accattivante e pulizia. Gli arredi si compongono di cassettiere, scaffalature in vetro e metallo, armadiature compattabili, tutte costituite in materiale inossidabile e inerte, adeguato alla conservazione a lungo termine di materiale fotografico e archivistico.